Non ho studiato il latino, ma l’etimologia delle parole mi ha sempre affascinato. Così, pur non avendo studi classici alle spalle, so che la parola “compagno” deriva dall’unione delle parole “cum” e “panis”, ovvero partecipe dello stesso pane. Una parola che racchiude, dunque, il significato della solidarietà e dell’uguaglianza, della condivisione e dell’altruismo. E tutto questo è rappresentato nel gesto universale di pace e di amore che sta nella condivisione del pane. Non sono religiosa, ma credo nella solidarietà, nell’uguaglianza, nella tolleranza, credo che tutti gli uomini e le donne siano uguali, meritevoli degli stessi diritti e degli stessi doveri. Così dovrebbe essere in ogni parte del mondo. Con rispetto e solidarietà, il gesto più antico, quello della condivisione del pane, dovrebbe essere alla base di una civiltà migliore, un concetto molto semplice di pace che forse non sappiamo più ritrovare. Qualche giorno fa passava su Facebook questo video, una campagna di sensibilizzazione di una organizzazione umanitaria nei confronti della realtà, ancora oggi presente in molte parti del mondo, della denutrizione infantile. Un video promozionale sì, semplice ma bellissimo: nel filmato, vengono ripresi a loro insaputa due bambini piccoli. Davanti a loro, un adulto mette due piatti coperti da una cloche da ristorante. Non appena l’adulto lascia la stanza, i bambini scoprono, con loro grande stupore, che solo uno dei due piatti contiene un sandwich mentre l’altro è vuoto. Dapprima un momento di stupore, di inattesa delusione, i bambini si guardano un po’ esterrefatti per qualche istante senza dire nulla. Ma non c’è uno solo di quei bambini che non abbia immediatamente spezzato il propio panino per darne metà al proprio compagno, dimostrando un istinto alla condivisione e alla solidarietà che forse dovremmo ricominciare ad imparare. Cum Panis.
250 g di farina di farro
200 g di farina 0
30 g di lievito secco per pane con pasta madre (io ho usato questo Pane degli Angeli)
270 ml di acqua tiepida
1 cucchiaino di zucchero di canna
1/2 cucchiaino di sale
50 g di capperi sotto sale
1 cucchiaio d’olio e.v.o.
Sciacquate bene i capperi in acqua corrente per fargli perdere la maggior parte del sale, scolateli e tamponateli con carta da cucina. In una ciotola, sciogliete il lievito nell’acqua tiepida insieme allo zucchero. (A seconda del tipo di lievito che adoperate, a questo punto potrebbe essere necessario attendere 10-15 minuti per la sua attivazione. Quello che ho utilizzato io non la prevede.)
Mescolate le due farine e incorporate l’olio e l’acqua con il lievito. Unite i capperi e impastate finché non otterrete un impasto liscio, piuttosto morbido (io ho usato la planetaria con il gancio finché l’impasto non ha iniziato a incordare). Trasferite su un piano infarinato e lavorate ancora per qualche minuto. Formate una palla, fate una piccola incisione sulla superficie e coprite con un telo. Ponete in un luogo caldo (io lo metto nel forno spento con la luce accesa) e fate lievitare per circa 2 ore, fino al raddoppio. Dividete il panetto in due metà e formate due filoncini. Arrotolateli su se stessi dandogli una forma ritorta, sistemateli su una teglia coperta da un foglio di carta forno e spolverateli di farina. Copriteli con un telo e fateli riposare per una mezz’oretta. Scaldate il forno a 220 g, spruzzate l’interno con acqua vaporizzata prima di inserire la teglia con i filoni. Fate cuocere per 20-25 minuti finché non saranno belli dorati, spruzzando ancora l’interno del forno con acqua vaporizzata a 5 minuti dal termine della cottura. Fate raffreddare completamente prima di tagliare a fette.
18 commenti
Arrivo per prima con piacere per dirti un "Brava" sentito, senza bisogno che stia a specificare il perchè, è implicito… certi gesti dicono già tutto e sono proprio le cose concrete (esattamente come concreto e schietto è il pane) a fare la differenza, senza che restino solo pensieri o parole… azione, condivisione, far qualcosa di piccolo che per qualcuno può essere grande e stare bene per questo, perchè era una cosa che si sentiva…
(ora che hai iniziato con il pane e i lievitati si è aperto un nuovo capitolo e un nuovo mondo bellissimo… scommettiamo?!)
😉
grazie Francesca, felice di leggere il tuo commento.. ancora una volta dimostri una grande sensibilità non solo per l'argomento, ma per saper leggere oltre, tra le righe..
e ora che ho iniziato a panificare, come giustamente dici tu, non mi ferma più nessuno! in fondo, di burro su questo blog ce n'era fin troppo.. il pane, mancava 🙂
"Non ho studiato latino, ma l'etimologia delle perole mi ha sempre affascinato". Queste le prime parole che leggo di te. Come potrei non rimanerne affascinata, vista la corrispondenza con il mio modo di essere? Poi tutti questi dettagli nei tuoi pensieri, l'adozione a distanza con StC…. insomma, sono innamorata di te, come fossi il mio "me a distanza", ancora prima di conoscerti.
Adoro panificare, trovo sia terapeutico e istruttivo: insegna la pazienza, l'amore, la semplicità, la dedizione, la gioia di condividere. Adoro l'utilizzo di farine particolari (aborro i prodotti raffinati come la 00) e l'aggiunta dei capperi….. Ma tu sei sicura di essere al 'primo pane'?
Mi piaci molto e sono felice di averti scoperto. Ah, mi sono emozionata anche io guardando quel video ^_^ Insomma, io non ti mollo più, ti ho avvisato 😀
Complimenti Barbara, sei molto brava.
Grazie Erica, sono contenta che il blog ti piaccia! Spero che la tua sia una promessa e di vederti presto ancora da queste parti 🙂 Io come avrai intuito dal post non sono una grande panificatrice, ma devo dire che questo primo esperimento è stato di grandissima soddisfazione! A presto
Di solito, più per la mancanza del tempo, non riesco a passare tutte le settimane dai miei blog preferiti, ma finalmente con un respiro un pò più profondo passo LA MIA giornata finalmente.
Ti ho già detto non una, e forse non due volte, che ti stimo tanto, ma tantissimo, e non solo per la luce nelle foto che fai, ma anche per le parole e i pensieri che ci metti dentro quelle foto e dentro ogni piatto.
Proprio oggi che ho scritto il post sulla mia amata Firenze, mettendo la ricetta che non centra nulla con il capoluogo Toscano, parlavo della condivisione, di convivialità in modo molto semplice.. Da anni che facciamo il nostro contributto per aiutare anche nel nostro piccolo i bambini che ne hanno bisogno e tuo pensiero e l'azione è stato molto bello, Barbara, proprio come il tuo pane che un giorno vorrei sfornare anche a casa mia!
Un saluto e augurio per una bella e buona settimana!
Cara Gelmina, grazie ancora per le tue dolcissime parole.. davvero non so cosa dire! Su una cosa hai davvero ragione, che nei piatti ci finiscono sempre un po' anche i pensieri e a volte non è sempre un bene, ma stavolta penso che i buoni pensieri mi abbiano aiutata nel realizzare questo pane, semplice ma buono. Un abbraccio forte e buona settimana anche a te!
Ehi bella signora, io lo sapevo!!!Mi ero messa buona buona ad aspettare di vederti lievitare ed è semplicemente successo, per altro nel modo più bello!Brava, questo post mi è piaciuto tantissimo per tutto quello che è 'dentro l'impasto del tuo messaggio'. 😉
eh beh, ma da qui a fare le vostre meraviglie signora mia… io ho usato un lievito liofilizzato industriale, roba che qualcuno potrebbe anche togliermi il saluto per questo (anche se è a base di pasta madre..) piano piano però, intanto ci ho preso molto gusto a sfornare questi filoncini.. non sai che soddisfazione enorme! vediamo come procede..
Dove hai adottato il bambino? Lo vorrei fare anch'io, Laura
non è esattamente una adozione a distanza, la donazione è a sostegno del programma "Child Guardian" di Save The Children che sostiene i progetti di sviluppo dell'organizzazione per area geografica. L'area che ho scelto di sostenere è l'Africa. Puoi trovare più informazioni qui http://www.savethechildren.it/sostegno_a_distanza/child_guardian.html
Cara Barbara, quello che hai scritto fa molto riflettere. Credo anche io che abbiamo perso i più basilari punti di riferimento del nostro essere persone,e la cosa più triste è che pur rendendomene conto non riesco a superare le diffidenze e gli egoismi che mi riconosco. Anche io ho visto quella pubblicità, la trovo molto molto forte e ogni volta mi sembra un atto di accusa diretto a me personalmente. Prima o poi mi deciderò anche io a fare l'importante gesto che che tu hai appena fatto.
Intanto ammiro il tuo pane…anche io ho appena iniziato a farlo in casa, quello della panificazione è un mondo bellissimo e affascinante…c'è tanto da imparare.
Buona giornata.
Alice
ero incerta se parlare di questa cosa sul blog, in realtà lo sono sempre un po' quando scrivo un post che va un po' al di là della semplice ricetta (mi chiedo sempre se possa interessare a qualcuno!) ma poi mi sono detta che nel mio piccolo, piccolissimo magari avrei potuto ispirare qualcun altro a fare lo stesso e quindi ecco qui.. sono felice che il messaggio ti sia arrivato cara Alice
Gesti, azioni, pensieri semplici e soprattutto UMANI. L'importante, cara Barbara, è che ci siano ancora persone capaci di compierli nel loro intimo, nel loro piccolo (e mi piace credere che un piccolo…tira l'altro…). Ho avuto l'occasione di notare, diverse volte, come i bambini – ancora non contaminati, diciamo così – dalla società, abbiano un tutt'altro tipo di comunicazione, fondata su valori che col tempo si perdono di vista, sbiadiscono… Il pane, è un po' come loro: ci riallaccia a valori fondamentali.
hai ragione, i bambini sono sicuramente ancora un po' incontaminati (anche se ci sono bambini che fin da piccoli sono delle carognette eh! chissà per montare quel filmato quante scene avrano dovuto tagliare di bimbi che si azzuffavano per quel panino!) e comunque il messaggio è passato, e il video ha raggiunto il suo scopo.. anche fosse solo per un piccolo aiuto in più…
sono stata cresciuta da due genitori che hanno fatto dell'altruismo la loro ragione di vita, e ho preso tanto da loro anche nel mio modo di essere, nella mia vita di tutti i giorni, nel mio privato più intimo..
questo è stato un piccolo gesto che mi fa piacere condividere con chi mi segue qui sul blog, come la ricetta di un buon pane..
che magari qualcuno deciderà di mettersi a impastare, e magari qualcun altro si fermerà ad ascoltare quei ragazzi in maglietta rossa invece di tirar dritto frettolosamente…
sono tanto contenta barbaretta mia di essere un pochino in questo post (cuore mente e farina)
che bello, non c'avevo mai pensato ma descrive perfettamente il significato che dovrebbe avere un semplice e bellissimo come sa essere il PANE!!!
bravissima, foto meravigliose…come sempre!!!
bacio
E' vero i bambini sono meravigliosi nel loro essere "incontaminati" e con la loro naturalezza ci fanno riflettere tanto…troviamo mille argomenti su cui esprimere la nostra sensibilità ma loro….loro guardano la vita con una sensibilità che noi spesso non sappiamo più ritrovare
https://www.youtube.com/watch?v=D_Ah5Hdvq90
Silvia