E dunque il rabarbaro, dicevamo. La prima cosa che ho pensato di farci è stato di accostarlo alle fragole, un binomio che avevo spesso visto in giro su vari blog, libri e riviste. Perciò, per la mia prima volta con il rabarbaro, ho preferito andare sul sicuro. Rabarbaro, fragole, un accenno di vaniglia e una spruzzata di succo di limone. Pochi minuti sul fuoco ed era già tutto pronto, una composta succosa, profumata, dolce e agra allo stesso tempo e con la stessa intensità. Buona da finirsela a cucchiaiate, ma perfetta per accompagnare una semplicissima panna cotta, preparata con il latte fermentato per una nota acidula ma delicata che richiamasse quella del rabarbaro. Io l’ho trovato un mini dessert da fine pasto estivo e perfetto. Se avete la fortuna di trovare facilmente il rabarbaro, ve lo consiglio vivamente. Altrimenti, dovrete trovarvi anche voi un’amica come Elvira..
200 ml di panna fresca
6 gr di colla di pesce
120 g di zucchero a velo
8 coste di rabarbaro
120 g di fragole
i semi di un baccello di vaniglia
4 cucchiai di zucchero di canna
una spruzzata di succo di limone
Mescolate in una casseruola il latte fermentato (potete anche usare del normale latte oppure dello yogurt liquido) con la panna e lo zucchero a velo. Fate scaldare fino al punto di ebollizione e spegnete. Fate ammollare la colla di pesce in acqua fredda, strizzatela bene e incorporatela al composto di panna e latte, mescolando bene per farla sciogliere completamente. Versate il tutto in una brocca con beccuccio e versate il liquido in 4-6 bicchierini piccoli mono porzione. Quando saranno a temperatura ambiente, trasferiteli in frigorifero per almeno 6 ore o per tutta la notte. Lavate il rabarbaro e le fragole. Tagliate il rabarbaro a rondelle non troppo piccole e le fragole a metà (o in quattro se sono grosse) e mettete il tutto in una casseruola. Aggiungete i semini estratti dal baccello di vaniglia (io faccio così: massaggio un po’ il baccello e lo divido a metà – non lo apro in due nel senso della lunghezza, ma lo divido proprio in due metà lunghe uguali lasciando la buccia esterna intera. A quel punto, appoggio un pezzetto sul tagliere e passo la parte piatta della lama di un coltello sopra la buccia, schiacciando bene dalla parte della punta verso la parte dove è tagliato. La polpa coi semini uscirà come il dentifricio da un tubetto. Ripetete un paio di volte per far uscire bene tutta la polpa), lo zucchero di canna e una spruzzatina di succo di limone. Fate cuocere a fuoco vivo per circa 5 minuti, o finché il rabarbaro non sarà morbido, e lasciate raffreddare la composta prima di metterla in frigorifero. Servite i bicchierini con una piccola coppetta di composta a parte, da versare sulla panna cotta all’ultimo momento e nella quantità desiderata.
15 commenti
Ieri al mercato della Coldiretti a San Teodoro c'era una signora che vendeva il rabarbaro e ti ho pensata! Ma vedo che oggi appare, bene! 🙂
Amo la panna cotta declinata in ogni colore e versione, ma qui oltre all'idea lodo le foto… sono belle belle belle! Tagliere bianco e tovagliolo di quella fantasia, che bella coppia! 🙂
(non mi sfugge sul bordo la marca, ti sei rifornita da Emanuela, per caso? Io ancora sogno quelle coppette…)
grazie Franci!! Si il tovagliolino viene da Emanuela, ed è della stessa marca delle coppette che ti piacevano tanto.. :-*
Che sia una ricetta, una foto, un ingrediente, un qualsiasi fai-da-te…tu lo tocchi e lo rendi bello, buono, utile (oppure non-utile? fa niente). Sei fonte di ispirazione.
oh dear,, mi fai diventare rossa come il rabarbaro!!
grazie ancora mia cara..
sììììììììì, hai messo quellaaaa!!!!! <3 <3 <3 <3
(commento sibillino e poco equilibrato?)
;-))
Io sto bramando il rabarbaro da troppo tempo. Pensa che per questa stagione avevo anche pensato di piantarlo e usare quello autoprodotto, ma alla fine i miei progetti non sono andati in porto.. Mi sa che devo cercare un'amica come Elvira!
Buona settimana 🙂
Uso improprio di amica blogger: next time che passi dall'Emanuela, me la saluteresti tanto tanto, dicendole anche che mi manca? Sigh.
Hasta il rabarbaro siempre, il mio era diventato Federico rabarbarossa :)))
ps: ti perdono la pubblicita' palese solo perche' quelle pentole sono sballosissime, ne lumo una con manico in legno da quel di' {di' che, ahime', non arriva ancora}. I soliti baci a profusion BaT mia bella
ma certo che te la saluto la Manu! frequento molto spesso e sempre volentieri il suo "spaccio", è proprio una personcina speciale! le porterò i tuoi saluti alla prima occasione, ciao Reb!
Mai provato il ravarbaro ma vederlo nella tua preparazione fa sempre gola 🙂 E poi la panna cotta è così versatile e così completa, mi piace sempre. Foto sempre pulite, invitanti. Mi piace proprio qua. Buona serata
pensa che io invece non sono una grandissima fan della panna cotta, mi piace solo se non è troppo dolce e accostata a qualcosa di molto fresco e possibilmente molto acidulo, perciò in questa versione l'ho decisamente rivalutata!
deliziata! 🙂
Lo adoro, il rabarbaro!
Io purtroppo non ho una amica come Elvira…così il rabarbaro me lo sono seminata in giardino:)
E FORSE ora sta dando risultati
Speriamo perché già la curiosità per questo ingrediente era alle stelle e dopo questa panna cotta…
Complimenti per tuo blog che seguo ormai da mesi ma non mi ero mai presentata
Bravissima, ottime foto e ottimo stile. Milena
ma grazie mille Milena! mi fa molto piacere.
alla fine anche io ho rimediato una piantina al vivaio e l'ho piantata in un vaso, vediamo che succede!
grazie per aver lasciato un commento, a presto!