Per concludere la settimana, ecco una ricetta veramente facilissima da preparare per un antipastino un po’ chic [ma poco cheap!] da giocarsi, magari, in occasione di una cena un po’ speciale a base di pesce. Le capesante mi piacciono moltissimo un po’ in tutti i modi, e devo dire che (come per molti altri crostacei) trovo che la cottura nel burro ne esalti, se possibile, ancora di più il sapore ma con delicatezza, senza sovrastarlo. La ricetta viene da quello che io, personalmente, considero il libro capolavoro della mitica Donna Hay (si, sempre lei!) ovvero “Stagioni”, un libro in cui è facile perdersi per almeno mezza giornata, totalmente rapiti dalla magnificenza delle foto ambientate, oltre che dalla generale e inarrivabile perfezione di quelle delle ricette.
Trovo che questo libro sia piuttosto emblematico di una nuova tendenza nel mondo dei libri di cucina, infatti moltissimi altri autori si ispirano a questo nuovo concetto del libro di cucina che racconta anche delle storie, dei momenti, atmosfere e sensazioni attraverso foto non necessariamente legate al food, ma che contribuiscono a completare il progetto nella sua complessità. In questo caso l’infallibile Donna e il suo invidiabile team sono riusciti a mixare perfettamente tutti gli elementi, mantenendo la consueta raffinatezza, eleganza ed essenziale semplicità che caratterizza tutta la produzione Donna Hay-ana. Anche se leggermente diverso dai classici libri cui siamo abituati, con foto pulitissime e limpide, le foto delle ricette mantengono comunque uno stile piuttosto minimalista che io personalmente apprezzo molto e al quale cerco di ispirarmi. Perché, non so voi, ma io faccio un po’ fatica quando le foto di una ricetta sono troppo ricche di particolari, con troppi oggetti nella stessa inquadratura, con troppi elementi che mi distraggono dall’essenza della fotografia che, non dimentichiamolo, in un libro di cucina dovrebbe comunque restare il piatto. Per questo nel libro “Stagioni” di Donna Hay, quello che mi colpisce di più è la maestria con cui tutto è complementare, funzionale e dosato in maniera impeccabile, un libro che dopo averlo sfogliato (va beh, diciamo dopo averlo sfogliato almeno due volte, che io la prima volta che l’ho avuto nelle mani l’ho sfogliato praticamente in uno stato di trance..) ti restano bene in mente le ricette che ti hanno colpito di più e, anche a distanza di tempo, ti ricordi che quella ricetta lì era su quel libro e la ritrovi subito (dettaglio non trascurabile quando, anche per motivi professionali, la tua libreria sembra una succursale di “Books for Cooks”..) Ma torniamo alla ricetta: bisogna dire che le capesante fresche non sono proprio esattamente economicissime, tanto più che in genere vengono vendute con la mezza conchiglia (il che chiaramente aumenta notevolmente il peso e di conseguenza il costo), però se proprio dovete fare questo antipasto vi consiglio di prendere quelle fresche, anche se si trovano quelle surgelate già sgusciate, perché il sapore è veramente ma veramente un’altra cosa. Se ne trovate di belle grandi, ne basteranno 2 a persona, con un piccolo investimento farete senz’altro un figurone! La ricetta è quella del libro, ho solo variato leggermente alcune quantità, ad esempio il succo di limone (e secondo me ho fatto bene, anche se molto dipende dai gusti), pulito le capesante eliminando il corallo (lei lo lasciava, ma a me non piace) e ho aggiunto alla fine qualche germoglio di Sakura Cress che ha un sapore leggero di rafano e, oltre a dare un tocco di colore, aggiunge una piccola nota “pungente” alla delicatezza delle capesante. Se non trovate questi germogli, potete sostituirli con qualche bacca di pepe rosa pestata grossolanamente al mortaio.
13 commenti
adoro
adoro veramente le capesante, specialmente gratinate, ma anche così, semplici e profumate e…. il tocco del timo limone è perfetto!
giorno Barbarella!
Anche tu niente ponte?
baci baci
b
macché, al chiodo pure oggi! anche a me piacciono molto gratinate, le capesante, ma devo dire che spadellate con il burro sono squisite. bisogna solo stare attenti a non cuocerle troppo altrimenti diventano gommosette.
baci a te e buon week end!
Ciao cara mi hai incuriosita molto su questo libro ( per me i libri sono una droga, si era capito ) e non mi stanco mai di appassionarmi a cose nuove, a nuove idee. Hai detto una sacrosanta verità, almeno dal mio punto di vista, è delizioso quando non è più solamente una ricetta a dare un senso ad una raccolta ma i racconti che l'arricchiscono, le storie legate ad un piatto o qualsiasi altra cosa ne accompagni la descrizione, aggiungono forza e veridicità ad una lista di ingredienti, consentendoci di legarsi anche affettivamente a quel che si legge e che quindi poi si cucinerà. Lo trovo completante.
E le tue foto, sempre così pulite, essenziali senza essere scarne, prive di manipolazioni ma genuine sono anch'esse una dimostrazione del modo in cui "vivi" la cucina. Un abbraccio e buona giornata
grazie Celeste! si, è molto vero quello che dici, anche a me piace moltissimo questa tendenza di incastonare la ricetta in un contesto più ampio, trovo che riesca nel tentativo di creare un approccio più intimo e familiare, che sicuramente ti mette dell'umore giusto per metterti ai fornelli, che dovrebbe comunque essere il fine di un libro di cucina.
in questo libro, diviso, per l'appunto, nelle quattro stagioni, ogni capitolo è veramente un tuffo nella stagione che viene rappresentata sia per le immagini in esterno o ambientate che per le ricette, che hanno una strettissima connotazione stagionale per ingredienti, modalità di cottura, colori e styling.
personalmente il mio approccio alla cucina è decisamente semplice, mi piacciono le ricette in cui si capisce quello che stai mangiando con ingerdienti facilmente reperibili, che farebbero venire voglia a me per prima di riprodurle, così che chi mi segue possa cimentarsi senza dover tirare fuori attrezzature da piccolo chimico.
e in generale mi piace che le foto dei miei piatti rispecchino un po' questa mia filosofia, anche se ammiro moltissimo il lavoro di molti fotografi e, soprattutto, stylist che sono dei veri maestri nell'allestire un set dove il piatto è contestualizzato in un'ambientazione più complessa e ricca di particolari. anche se certe volte lo trovo un po' più "faticoso", seppur molto bello esteticamente, nel senso che poi mi distraggo un po' e personalmente fatico a focalizzare sulla ricetta. buona giornata anche a te e buon week end!
Ma lo sai che io non ho mai neanche sfogliato un libro di Donna Hai?Mi ha incuriosito molto il tuo giudizio cercherò un'anima pia che voglia prendermi i suoi libri che sono posizionati sempre negli scaffali più alti, quelli proprio irraggiungibili che necessitano di sgabello oltre che (come sopra) di 'anima pia' 😉 anch'io alla fine non so padroneggiare la coralità della foto, la 'complessità' mi affascina e mi spaventa allo stesso tempo così alla fine sfumo tutto, ripiego su unico colore e mi tranquillizzo ;-). Parliamo invece delle capesante, le adoro!e mi piace anche la tua ricetta, proverò e ti farò sapere!Un bacio!
brava, in un certo senso è la stessa sensazione che provo io: affascinata e confusa al tempo stesso..
quando ci provo, ad aggiungere elementi intorno al piatto, alla fine non mi ci rivedo, e comincio a levare questo e quello..
altro discorso sono invece le foto ambientate. magari quelle dove si vedono dettagli di un buffet, o una tavola apparecchiata con i vari commensali, o delle foto stagionali che accompagnano le ricette, quelle mi piacciono moltissimo e trovo che invece siano complementari alle ricette.
Mi piacciono molto le capesante ma qui a roma non sono mai riuscita a trovarle!una dritta?brava come sempre .gabriella
In genere, è vero, non si trovano proprio facilmente ma io ultimamente le vedo molto più spesso del solito anche nei grandi supermercati che hanno il bancone del pesce.
Altrimenti potresti provare al reparto pescheria di Eataly che è molto ben fornito, anche se un po' più caro.
Sui banchi dei normali mercati non semrpe si trovano, sono un prodotto ancora poco utilizzato e piuttosto di nicchia, perciò molti non le vendono per questo motivo. Se hai un mercato vicino, prova a chiedre al banco pesce, magari ordinandogliele è probabile che te le possa procurare. Di più non saprei dirti!
Le capesante le ho scoperte solo qualche mese fa, prima non mi era mai capitata l'occasione di mangiarle. Mi piacciono molto ed è vero che chiamano il burro: io le avevo mangiate cotte nel burro aromatizzato al limone. La cosa negativa è il costo, ma penso che sia meglio prenderle fresche e magari mangiarle qualche volta di meno.
Buon weekend!
infatti, tanto più che non si trovano proprio sempre sempre, quindi magari quella volta che ci sono… magari giusto 4 per un antipastino a due…
buon week end anche a te mia cara!
E' deciso: devo fare una lunga tappa in libreria, nel reparto dedicato alla cucina. Prima non ci badavo quasi mai, da un anno a questa parte invece è uno dei miei angoli preferiti, mi isolo da tutti, sfoglio, cerco, assorbo… e compro, poco rispetto a tutto quello che mi colpisce e vorrei, ma difficilmente esco a mani vuote… 🙂 Il libro che ci hai mostrato parte già benissimo con quella copertina, che bello sarebbe organizzare un brunch lì, eh?
L'unione burro-alcuni pesci, senza eccedere, piace anche a me. Le capesante non le prendo quasi mai, colpa di un ricordo "gommoso" di una cena… ma se il segreto è la cottura, (ri)proverò!
Buon weekend Barbara, mi aspetta un "tavolo" nuovo (poi vedrai, ehehe)!
se vuoi un pomeriggio passa da me: vasto assortimento, consultazione gratuita e tè con biscottini inclusi!!
buon week end, aspetto il risultato del bricolage! (io intanto ho appena raccattato una tavoletta in un cantiere..)
Sìììììì, magariiiii! E' arrivato l'entusiasmo? 😀