Non so se questo valga per tutti quelli che fanno un lavoro simile al mio: scrivere e fotografare ricette per lavoro e avere un blog comportano un livello di sperimentazione culinaria decisamente al di fuori della norma. A casa nostra, ad esempio, le ricette che vengono prodotte “per lavoro”, che sia per una rivista, una collana, un libro o un articolo del blog, difficilmente vengono riprodotte una seconda volta (salvo rarissime eccezioni, magari a distanza di tempo), non perché non siano state gradite (anzi!) ma dedicando praticamente solo il mio tempo libero a tutte queste attività parallele bisogna in un certo senso fare economia spazio-temporale e per questo in genere si lascia più spazio alla sperimentazione e alle nuove ricette piuttosto che replicarne una già provata in passato, anche se di successo. Questo più o meno accade quasi regolarmente in particolare nel fine settimana, giorni che personalmente dedico al mio lavoro
nel campo del food. In tutti gli altri giorni, con un lavoro ordinario che mi tiene fuori casa più di 10 ore al giorno, hanno la meglio la mancanza di tempo ma anche, o forse soprattutto, la necessaria regolarità alimentare, piccole certezze quotidiane, il conforto che solo certe abitudini riescono a dare, nel tentativo di riequilibrare la “follia” cucinereccia del week-end. Così quasi ogni settimana inforniamo in modalità automatica il nostro plum cake della colazione preferito, il più semplice e basico che potete trovare qui sul blog, ovvero questo, da consumare fetta dopo fetta nelle nostre semplici colazioni settimanali. I nostri pasti Monday to Friday si riappropriano di quella semplicità di cui personalmente già dalla domenica sera inizio a sentire la necessità, ed è fatta di piatti semplicissimi, al limite del monacale: moltissime verdure, sia crude che cotte, litri di centrifugati di frutta fresca e zenzero, vitaminici e depuranti, molto yogurt magro, pochissimi carboidrati, uova, pesce e carni bianche per lo più cucinate in modo semplice, arrosto o alla griglia, magari insaporite da una marinatura fresca e aromatica. In questa stagione, quando inizia a fare caldo e si cominciano a trovare i primi pomodori saporiti, da qualche anno è entrato a far parte delle nostre abitudini alimentari infrasettimanali anche il gazpacho. L’ho riscoperto qualche anno fa, sperimentando ricette per il mio libro Che Zuppa!, frullando gazpacho di ogni tipo fino ad arrivare alla ricetta che, a mio avviso, è risultata la migliore: una zuppa facilissima da preparare, semplice, fresca (va mangiata ben fredda), saporitissima e anche abbastanza nutriente con la presenza di quel poco di mollica di pane necessario a darle una certa densità e tutto il buono dell’olio extravergine d’oliva. Ne preparo in gran quantità una o due volte alla settimana, da conservare in grosse bottiglie di vetro nel frigorifero, e in questo periodo rappresenta molto spesso la nostra “schiscetta” preferita, una bella ciotola da portarsi in ufficio per la pausa pranzo, da arricchire volendo con una manciata di foglie di rucola fresca oppure un uovo sodo tagliato a fettine, come nella versione di oggi. In particolar modo, da quando mi è arrivato il fantastico blender Magimix, preparare il gazpacho è diventato davvero un gioco da ragazzi. Basta infilare tutti gli ingredienti nel praticissimo e capiente biccherone di vetro e azionare per qualche minuto alla massima velocità, più qualche passaggio con la versione “pulse”, a intermittenza, che lo aziona alla massima potenza. Controllo la consistenza, se dovesse risultare troppo denso aggiungo un filo d’acqua ben fredda versandola direttamente attraverso l’apertura sul tappo del bicchiere in vetro, e il gioco è fatto. Questo frullatore è talmente potente (1200Watt e 4 lame in acciaio) che questa non ho nemmeno avuto bisogno di pelare precedentmente i pomodori. Ho usato dei pomodory piccadilly dolcissimi e dalla buccia particolarmente sottile e mi è bastato quindi eliminare solo la parte interna con i semi (che invece vanno sempre tolti, frullati potrebbero dare un sapore amaro al gazpacho): la potenza delle lame del Magimix hanno frullato tutto alla perfezione, trasformando il mix di
verdure in una crema impalpabile e conservando, quindi, anche le ottime proprietà nutritive contenute nella buccia dei pomodori e nella parte della polpa che si trova immediatamente al di sotto di essa. Gli ingredienti della mia personale versione del gazpacho li trovate nella foto qui sotto. Vi basterà solo aggiungere acqua a piacere per regolarne la consistenza. A me, come vedete, piace piuttosto denso! Buon gazpacho e buona settimana a tutti!
Everyday Gazpacho!
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3 commenti
Di questo post amo tutto.
Ma proprio tutto. Dalla foto, al cucchiaio (Ahahhahh ;-P), ad ogni singola sillaba, alla ricetta!!!
Ehm, e amo anche il frullatore fotonico, lì <3 …
avresti potuto scriverlo tu uguale uguale uguale eh?
;*
Sì. <3